Alcmeone è stato uno dei più grandi esponenti della medicina greca, considerato il padre dell’anatomia e della fisiologia. Da Robert Doty (2007), che ha ripercorso la storia del celebre medico, definisce le sue scoperte rivoluzionarie al pari di quelle di Copernico e di Darwin. La sua fama si diffuse in tutto il Mediterraneo. Uomo più avanti del suo tempo, con i suoi studi gettò le basi scientifiche della medicina moderna e aprì una nuova via verso il sapere fondando i principi dell’epistemologia. Fu il primo ad elaborare la ricerca scientifica basandola su metodi empirici fondati sull’osservazione e sulla sperimentazione sul campo. Fu il primo a dissezionare corpi umani e animali. Della sua metodologia ne parla Aristotele nel Metaphisyca. E dalle teorie dell’illustre filosofo il medico ne prese le distanze. Scoprì il ruolo centrale del cervello nel governare le attività umane, avanzando la teoria enfalocentrica e stravolgendo i paradigmi, soprattutto aristotelici, su cui si fondava allora gran parte della conoscenza e che reputava il cuore o il fegato essere i motori del corpo umano. Si dedicò a studiare il sistema nervoso e i nervi. A lui viene attribuita la scoperta delle trombe di Eustachio. Insieme a Democede, fu uno dei personaggi di spicco della scuola medica crotoniate, la prima in tutta la Grecia, portandola ad affermarsi come la più rinomata e all’avanguardia. “I medici di Crotone sono i primi nel mondo, secondi sono quelli di Cirene”, scriveva Erodoto (Mid/Erodoto/Thuri) nel VI secolo a.C. nel terzo libro delle su Storie. Alcmeone, impose una nuova figura, quella dello scienziato medico. Anche se non pitagorico, ebbe punti di contatto con Pitagora e la sua scuola (Mid/Teorema di Pitagora). L’operato del medico probabilmente influì anche nella teorizzazione dell’arte della ginnastica e nella nascita della prima scuola di atletica del mondo, che formò i campioni indiscussi dell’età ellenica come Milone (Mid/La Scuola Atletica Crotoniate – Mid/ Milone di Kroton). Nella speculazione filosofica Alcmeone fu anche il primo a interpretare il corpo in analogia alla politica, a spiegare la democrazia come stato di salute dovuto all’equilibrio tra gli organi.